Sculture di sicura originalità quelle di Franco Benvenuti: il materiale utilizzato è il polistirene, trattato con l'intervento di fonti di calore, per la sua plasmabilità plastica. Gli esiti sono di due tipi: forme modellate sul cerchio, in soluzioni bifrontali , oppure costruite in pannelli in rilievo, con un aggetto di diverso spessore a seconda della modellazione.
In entrambi i casi sul modellato così articolato, si inseriscono, assecondando il continuo e disuguale alternarsi di pieni e di vuoti , elementi di diversa consistenza plastica e cromatica. Ne risultano superfici e volumi caratterizzati da estrema vibrazione chiaroscurale ; opere che att engono alla sfera delle emozioni , senza alcun riferimento al dato reale . L'osservatore è chiamato a reazioni emotive, sulla base delle percezioni indotte dalle opere.
Questo il pr i mo livello di lettura. Ma, naturalmente , c'è un secondo livello che deriva dalle intenzionalità progettuali dell'autore. Vediamole , anche sull a scorta delle sue dirette testimonianze.
In una precedente occasione affermavo che Franco Benvenuti si esprime con un linguaggio composto di colore che si fa materia in rilievo, di sollecitazioni plastiche che creano superfici scabre e tormentate, animate da profondi sommovimenti interni. Spesso il supporto viene sottoposto a bruciature , a controllate deformazioni sotto l'azione del calore. E' come se, nel vissuto dell'artista, le tragedie dell'umanità subissero una trasformazione immaginaria e si restituissero alla superficie visibile sotto forma di orme, di segnali, di simboli spesso infuocati da colori prorompenti. Dunque, tragedie interiori, prima di tutto; indignate denunce, scatti di rabbia verso l'impunità e il cinismo del potere che si manifestano in forme quasi mai r i condotte a figure riconoscibili, ma caratterizzate da un intersecarsi turbinoso di campiture di colore o dal fondersi di vibranti, astratti cromatismi, ottenuti anche con la deformazione dei materiali utilizzati. Questa possente carica interiore si conferma anche in questa occasione, ma qualcosa, nel frattempo , è successo. Il colore scompare e il materiale è maggiormente corroso . A ppaion o vere e proprie lacerazioni.
Franco Benvenuti e Cinzia Mangoni, legati da dallo stesso percorso di vita, erano usi presentare le loro opere come un unicum; le loro uscite espositive li vedevano sempre uno acconto all'altra e da l confronto di due linguaggi assai diversi ma accumunati da analoghe matrici culturali, scaturiva una densa atmosfera in cui misurato lirismo (Cinzia Mangoni) e appassionata denuncia (Franco Benvenuti) si confrontavano e si completavano a vicenda, come nella vita. Le opere nascevano in assoluta autonomia, ma c'era un saldo legame che le avvolgeva: la comune convinzione che l'attività artistica è anche impegno civile.
Cinzia è venuta a mancare . " Il dolore per la sua perdita non credevo che potesse essere così dilaniante, così devastante. Sto cercando di rimettere in piedi la mia vita, la mia arte". Parole di Franco. Ecco la scomparsa del colore; ecco le frequenti lacerazioni del materiale , indici non solo di personale sofferenza, ma anche del dolore per i destini di un pianeta sempre più in mano alla logica del profitto e della prevaricazione.
Dunque , anche oggi Franco Benvenuti mantiene intatta la sua voglia di essere presente nella realtà con opere che suscitino riflessioni critiche sui mali di una civiltà in rapido decadimento valoriale; ma nelle opere recenti subentra