Le opere di Franco ,ci sovrastano, sono le sue meditazioni,le sue considerazioni, qualche volte piuttosto negative ,su quanto ci circonda,altre piu’ ottimiste o davvero entusiastiche: da qui la scelta del colore nero, del bianco, e delle inclusioni d’oro con l’esclusione intenzionale di tutti gli altri colori che potrebbero distrarre il visitatore dall’ intensità drammatica delle opere stesse.
Le opere dell’artista vanno viste in un continuum, come una ininterrotta sequenza ,cercando di abbandonarsi a un flusso di pensieri e sensazioni attuando cosi’ un processo di associazioni di idee che ci induca a riflettere su noi stessi e sulla nostra relazione con gli altri e la società.
Quando un turista visita un grande monumento artistico per la prima volta, per esempio,Piazza dei Miracoli, se vuole veramente apprezzarne la bellezza, deve abbandonarsi e dimenticare le innumerevoli immagini relative all’oggetto , gia’ presenti nella sua mente che solitamente attenuano lo stupore e la meraviglia rendendo meno intensa la sorpresa. Il monumento, l’opera d’arte, e’ la stessa per tutti ma siamo noi che possiamo e vogliamo rendere unico questo evento e poco importa se fingiamo di reggere la torre nelle classiche pose che tanto divertono il turista di passaggio: anche questo e’ un modo di rendere proprio l’oggetto artistico e inedita la nostra visita al monumento.
Questo richiede uno sforzo,una volontaria adesione per poter attuare questo processo di appropriazione di qualcosa che rimarrà assolutamente nostro.
Suggerisco di guardare le opere di Franco con questo spirito,renderete vostra questa opera e personale la sua interpretazione : un flusso di pensieri ininterrotto che è solo nostro e nostra l’impressione che tutto questo sia, per ciascuno di noi, un’esperienza originale e irripetibile e tutto ciò è l’effetto della chimica dell’incanto e della poesia.
Prof. PAOLO GOZZINI